Spazi interdentali? NO PROBLEM!
Ogni dente ha 6 superfici: 3 davanti e 3 dietro, e di queste 6, quelle interdentali sono 4. Per cui, se la matematica non mi è contraria, con lo spazzolino si riesce a pulire solo 2 delle 6 superfici del dente; e le altre 4? Rimangono sporche.
È come se, facendo la doccia, alcuni parti del corpo non venissero pulire perchè “non ho tempo”. Si fa nella realtà? Sono sicura di no, che in quel caso venga dedicato il tempo necessario per una bella doccia. Lo stesso bisogna fare quando ci si occupiamo dell’igiene della bocca, e non basta usare solo lo spazzolino.
Come non è sufficiente pulire solo i denti davanti perchè sono gli unici che si vedono, non è nemmeno sufficiente pulire soltanto le superfici facili da raggiungere; la placca si deposita soprattutto dove non è facile arrivare. Quindi forza e coraggio, è il momento di scegliere quale strumento è più adatto alla propria bocca.
Filo interdentale
COME USARLO.
Si prendono circa 20-30cm di filo e lo si avvolge alle dita medie – non gli indici, non i pollici. Si arrotola un po’ il filo e si prendono due punti di riferimento con indice e pollice, le “dita lavoranti”; queste servono per impugnare bene il filo e dosarne la forza. Si poggia il filo all’attaccatura tra un dente e l’altro e piano piano si entra nello spazio facendo un movimento a zig-zag; questo è molto importate per evitare di imprimere una forza eccessiva, scendere troppo e tagliare la gengiva (che poi sanguina). Una volta superato il punto di contatto tra i due denti, con delicatezza si scende piano fino al punto di contatto della gengiva; si avvolge il dente sia a destra che a sinistra facendo una sorta di C, poi si sfila e si passa al dente di fianco.
DOVE USARLO.
Va usato su tutti i denti? Eh si, non vale solo per quelli davanti. Per arrivare bene sui molari superiori, è utile socchiudere un po’ la bocca in modo tale che la guancia si ammorbidisca e diventi più elastica, così da poter arrivare anche in fondo (lo stesso trucchetto si può usare anche con lo spazzolino per arrivare ai molari più posteriori).
QUALE SCEGLIERE.
In commercio ne esistono varie tipologie: cerato, non cerato, floss, spugnoso, e molte altre. Dipende da quanto i propri spazi interdentali sono stretti; ricordo che un filo troppo piccolo è praticamente inefficace, mentre uno eccessivamente largo farà fare più fatica per inserirsi.
Tutte le dentature sono diverse, e questo implica che lo siano anche gli spazi interdentali. Alcuni richiederanno fili più stretti, altri più grossi, altri ancora invece saranno più indicati per lo scovolino.
Durante la seduta di igiene istruisco i pazienti sull’utilizzo del filo e do consigli personalizzati, per far scegliere lo strumento più efficace e più semplice per la propria igiene domiciliare.
QUANDO USARLO.
Iniziamo in maniera semplice: una sola volta al giorno ma tutti i giorni.
La quotidianità dell’utilizzo del filo permette alle superfici interdentali di essere pulite, prive di placca e infiammazione ogni giorno; usare il filo una volta alla settimana non è sufficiente, così come non lo è passarlo mezz’ora prima dell’appuntamento con il dentista/igienista (scoperti!).
La costanza nell’igiene interdentale farà sì che le gengive non sanguinino ad ogni passaggio – provare per credere.
Scovolino
COM’E’ FATTO.
Immaginiamo un piccolo stuzzicadenti con le setole: ecco lo scovolino. Esistono vari tipi di scovolini in commercio, ma di base hanno tutti un manico in plastica e delle setole in nylon o in silicone.
COME SI USA.
Lo scovolino, a differenza del filo interdentale che entra nello spazio dall’alto, si passa inserendolo direttamente all’attaccatura della base della gengiva tra un dente e l’altro, facendo movimenti avanti/indietro all’interno dello spazio per circa 4/5 volte, per poi passare allo spazio successivo (preferibilmente dopo averlo pulito sotto l’acqua).
È importante che lo scovolino venga inserito perpendicolare allo spazio, altrimenti si piega e va buttato perchè inutilizzabile.
QUALE MISURA SCEGLIERE.
Ogni spazio ha la sua misura: affinchè lo scovolino sia efficace nello spazio, deve fare un leggero attrito quando si inserisce, ovvero bisogna fare una lieve pressione con la mano; in quel caso vuol dire che è dello spazio giusto.
Se inserendolo si piega o è necessario fare una pressione eccessiva, significa che è troppo grande per quello spazio, al contrario se quando entra si muove troppo e “sciaguatta”, allora è troppo piccolo e quindi inefficace.
Molto spesso occorrono più misure per fare tutta la bocca, perchè ovviamente gli spazi (ad esempio) degli incisivi non saranno certo gli stessi dei molari.
Durante la seduta di igiene istruisco i pazienti all’utilizzo degli scovolini, indicando loro le misure idonee alla propria bocca e provandole insieme.
QUANTO DURA.
A differenza del filo che è monouso (ogni pezzetto si stacca e si butta via), gli scovolini durano circa 7 giorni.
Una volta utilizzati, si sciacquano sotto l’acqua rimuovendo i piccoli residui, si asciugano e si incappucciano, così da usarli il giorno dopo.